martedì 15 dicembre 2009

Proviamo a cercare una base comune?

La lettera mandata da alcuni ricercatori contrattualizzati al Presidente dell'INAF del 9 dicembre 2009 ha evidenziato ancora una volta, se necessario, lo scontento presente in tutto il personale di ricerca INAF.

Le disparità tra ricercatori contrattualizzati e ricercatori astronomi, che in 6 anni di vita dell'INAF non si è riusciti a risolvere, stanno creando una situazione che rende tutti perdenti.

In mancanza di direttive chiare, la circolazione di notizie imprecise o infondate contribuisce ad invelenire sempre più il clima.

A titolo di esempio, a noi ricercatori astronomi vengono riconosciute alcuni tipi di borse e a partire dal 2005 gli assegni di ricerca (ma non per esempio gli anni di dottorato e quelli di ricercatore a tempo determinato). Sicuramente la nostra progressione economica a parità di livello è più vantaggiosa, però, per quanto riguarda gli stipendi, va necessariamente condotta un'indagine più approfondita che tenga conto dei vari fattori. Facendo un giro sull'anagrafe INAF, si può facilmente verificare che, fatte salve rare eccezioni, i ricercatori (III livello) contrattualizzati più anziani risalgono al 2001, mentre l'80% dei ricercatori astronomi ha preso servizio ben prima del 2001 (112 su 142)! E' chiaro quindi che la maggioranza dei ricercatori astronomi non ha avuto opportunità di avanzamento di carriera e che la penalizzazione economica che sicuramente i contrattualizzati soffrono viene riassorbita dal molto piu` veloce passaggio ai livelli successivi.

Il problema risiede quindi nel fatto che il legislatore si sarebbe dovuto rendere conto che mettendo insieme ricercatori proveniente da comparti diversi, l'inevitabile confronto tra i diversi trattamenti avrebbe creato rivalse su rivalse. A questo proposito, auspichiamo la costituzione di una commissione "super partes" che, raccogliendo e verificando serenamente le varie notizie circolate, possa fornire un quadro della situazione. Una volta evidenziate le disparità, noi siamo convinti che gran parte di esse possa essere sanata con semplici provvedimenti amministrativi, garantendo da subito almeno su questi un pari trattamento (sperabilmente alle condizioni più favorevoli) fra i due comparti.

La mancanza di informazioni certe non ci ha permesso di decidere con ragion di causa riguardo all'opzione (ricordiamo, ad esempio, che a tutt'oggi non c'è alcuna comunicazione ufficiale sul trattamento pensionistico). E' possibile comunque che, anche se avessimo ricevuto le informazioni richieste, non avremmo optato in assenza di una programmazione seria sulle progressioni di carriera, perchè è evidente che, se non si avanza di livello, la progressione economica del comparto università è più conveniente. Questo, tuttavia, non può avere alcun effetto sul legittimo diritto degli astronomi a eque possibilità di avanzamento di carriera, infatti, la legge istitutiva dell'INAF prevedeva che gli astronomi permanessero nel loro ruolo, offrendo loro la facoltà di optare e garantendo comunque pari opportunità di sviluppo professionale.

Sono mesi che il personale astronomo ribadisce che, al di là di questioni specifiche (quale per l'appunto l'art. 15), il primo e più importante problema da risolvere è che dipendenti aventi professionalità e responsabilità uguali arrivino a godere di pari trattamento economico, previdenziale e di pari opportunità di carriera.

E' chiaro però, che, non essendo stata chiesta alcuna autorizzazione a bandire, per il prossimo triennio, nessun posto per I e II livello (concorsi aperti), la politica dell'Ente per le progressioni verticali (evidenziata dopo la scadenza della data di opzione) sia focalizzata completamente sui concorsi interni ed in questo scenario gli astronomi non possono che chiedere che venga data anche a loro la possibilità di partecipare agli art. 15. Aggiungiamo che la nostra partecipazione nulla toglierebbe ai ricercatori contrattualizzati visto che il numero di posti messi a bando sarebbe di gran lunga maggiore e soprattutto non vediamo quale obiettivo vantaggio avrebbero i ricercatori contrattualizzati se gli astronomi fossero costretti ad optare per poter accedere a questi concorsi interni. Inoltre proprio perchè riconosciamo gli art. 15 come un diritto acquisito dai contrattualizzati, non abbiamo chiesto che i soldi destinati a questi concorsi fossero invece destinati a concorsi esterni aperti quindi a tutti.

Ovviamente gli astronomi sono pronti ad appoggiare sin da subito qualsiasi iniziativa dei ricercatori contrattualizzati che tenda a uniformare il trattamento normativo ed economico dei due ruoli sulla base, per esempio, dei principi enunciati nella carta europea dei ricercatori.

Vincenzo Andretta, Angelo Antonelli, Vincenzo Antonuccio-Delogu, Rino Bandiera, Ugo Becciani, Michele Bellazzini, Carlo Benna, Daniela Bettoni, Fabrizio Bocchino, Gianluigi Bodo, Alfio Bonanno, Massimo Brescia, Enzo Brocato, John Robert Brucato, Beatrice Bucciarelli, Marta Burgay, Gianni Busarello, Alessandro Capetti, Alberto Cappi, Mario Carpino, Enrico Cascone, Marco Castellani, Gianni Catanzaro, Gianna Cauzzi, Alessandro Caccianiga, Cesare Cecchi-Pestellini, Riccardo Cesaroni, Riccardo Claudi, Ileana Chinnici, Paolo Ciliegi, Andrea Comastri, Carlo Emanuele Corsi, Rosario Cosentino, Gabriele Cremonese, Anna Curir, Giuseppe Cutispoto, Sabrina De Grandi, Aldo Dell'Oro, Ciro Del Vecchio, Elisa Di Carlo, Domitilla De Martino, Mario Di Martino, Sperello di Serego Alighieri, Mauro Dolci, Elisabetta Dotto, Ronald Drimmel, Ilaria Ermolli, Luca Fini, Mario Gai, Daniele Galli, Silvio Giordano, Aniello Grado, Laura Greggio, Carlotta Gruppioni, Enrichetta Iodice, Angela Iovino, Giuseppe Lanzafame, Mario Lattanzi, Giuseppe Leto, Sebastiano Ligori, Carla Maceroni, Antonio Magazzù, Salvatore Mancuso, Marcella Marconi, Fabrizio Massi, Laura Mazzei, Sergio Messina, Paola Merluzzi, Marco Mignoli, Paolo Montegriffo, Giuseppe Murante, Ilaria Musella, Marina Orio, Salvatore Orlando, Isabella Pagano, Elena Pancino, Laura Pentericci, Claudio Pernechele, Anna Piersimoni, Lucia Pozzetti, Luigi Pulone, Mario Radovich, Vincenzo Ripepi, Paola Rossi, Alessandro Spagna, Leonardo Testi, Luciano Terranegra, Ginevra Trinchieri, Edoardo Trussoni, Antonella Vallenari, Massimo Villata, Fabrizio Vitali, Anna Wolter, Simone Zaggia, Luca Zampieri
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domenica 4 ottobre 2009

Come è finita con le opzioni?

Solo ora, ad oltre due mesi dalla scadenza per l'esercizio del diritto di opzione, la Sede Centrale INAF ha diffuso una tabella con i risultati ufficiali. Tuttavia, da tale tabella non è possibile evidenziare la percentuale degli optanti. Per questi, è disponibile una tabella ufficiosa, con le suddivisioni per sede e per livello. Come risultato complessivo, risulterebbe che soltanto circa il 12% degli aventi diritto ha optato per il comparto ricerca.

Ancora manca un comunicato ufficiale di commento dei risultati stessi, né questi risultano essere stati discussi dal CdA, almeno da come si evince dai relativi verbali. Riteniamo quanto meno anomalo che i dipendenti INAF non siano messi a conoscenza della posizione dell'INAF riguardo ad argomenti così importanti per la gestione stessa dell'Ente.

Permetteteci di esprimere alcune riflessioni su questa percentuale così bassa:

1. E' evidente che, a grande maggioranza, il personale di ricerca ex-Osservatori non si è lasciato intimidire dalle ripetute e forti pressioni dell'Ente pro opzione. Inoltre, con lettera di autotutela e diffida all'Ente, molti hanno voluto mettere in evidenza che non si intende rinunciare allo stato giuridico, tanto più di fronte a informazioni ufficiali molto lacunose sulle prospettive per chi opta e per chi non opta. Come, ad esempio, l'incertezza sui trattamenti pensionistici e quella sull'apertura dei concorsi interni a tutto il personale (incertezza riconosciuta dagli stessi vertici INAF, visto che è oggetto di un quesito inviato al Ministero).

2. Se un'unificazione delle prerogative del personale di ricerca è auspicabile, questa non può costituire il pretesto per un'azione di forza, da parte della Dirigenza, per ridimensionare i diritti di una parte di esso. Come i fatti dimostrano, una tale politica è risultata fallimentare. Peraltro, riteniamo sempre valida ed auspicabile l'ipotesi di un'elevazione dei diritti di tutto il personale di ricerca, in primis con l'acquisizione dello stato giuridico.

3. Constatiamo, e ci auguriamo che lo faccia anche la Dirigenza, che il personale di ricerca ex-Osservatori resta una componente molto consistente dell'INAF e quindi non saranno proponibili discriminazioni nel momento in cui l'ente metterà in atto procedure interne di avanzamento di carriera. Read more...

mercoledì 8 luglio 2009

Perché pensiamo di poter accedere ai concorsi previsti dall' art. 15 del CCNL 2002-2005

Alla riunione del 29 giugno 2009 a Bologna è emerso che molti ricercatori EPR ritengono che per gli art. 15 ci sia un accantonamento di bilancio (una percentuale sul loro monte salario) e che questo sia il motivo per cui noi ricercatori del comparto università non possiamo accedervi, soprattutto per quel che riguarda le tornate relative al 2006 e al 2008.

In effetti se le cose stessero così la nostra richiesta di partecipare a questi concorsi riservati creerebbe delle giuste rivalse da parte dei colleghi EPR.

Per verificare questa cosa alsuni ricercatori astronomi sono andati a "spulciare" gli ultimi CCNL e questa ricerca ci ha convinto definitivamente che almeno questo problema non esiste.

Crediamo però sia importante dimostrare questa nostra “convinzione” e per questo motivo di seguito trovate:

§ un riassunto dei vari articoli che riguardano questa questione seguito dagli articoli per esteso (in italico) quando necessari

§ note personali

Una premessa sull'applicabilità del contratto anche ai ricercatori astronomi è nel post:

http://astronomiperprofessione.blogspot.com/2009/07/applicabilita-del-contratto.html

Contratto 1998-2001

Compare l'art. 64 per risolvere la questione "permanenze anomale" dedicando una percentuale (2%) del monte salari (sottratto agli stipendi...) a questi bandi che dovevano coprire il 50% delle necessità individuate...

Contratto 2002-2005

Compare il famosissimo art. 15 che ai commi 1 e 2 definisce i profili dell'Ente (dando per scontato che sia professionalmente omogeneo), al comma 3 afferma che i posti in organico sono determinati da ciascun Ente, ai commi 5 e 6 introduce in modo per così dire stabile, con cadenza biennale, le progressioni verticali biennali (notate che si parla di calcolo dei posti rispetto al personale appartenente al livello immediatamente inferiore), al 7 dice dove devono essere presi i soldi e all'8 si parla di procedure per completare gli ex art. 64 non ancora banditi e per queste posizioni si prevede un ulteriore accantonamento:

ART. 15 - OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO PROFESSIONALE

1. Il profilo dei ricercatori è caratterizzato da un’omogenea professionalità e quindi da un unico organico, articolato su tre livelli, denominati:

1 Dirigente di ricerca;

2 Primo ricercatore;

3 Ricercatore.

2. Il profilo dei tecnologi è anch’esso caratterizzato da un’omogenea professionalità e da un unico organico, articolato su tre livelli, denominati:

1 Dirigente tecnologo;

2 Primo tecnologo;

3 Tecnologo.

3. Il numero complessivo dei posti riferibili agli organici predetti è determinato da ciascun Ente in sede di approvazione del bilancio di previsione nel rispetto dei vincoli di legge.

4. ....

5. L’accesso al II livello del profilo di ricercatore e tecnologo avviene anche attraverso procedure selettive affidate ad apposite Commissioni esaminatrici finalizzate all’accertamento del merito scientifico ovvero tecnologico, attivate con cadenza biennale all’interno dei profili di ricercatore e tecnologo. Il numero dei posti destinati alle procedure di cui al presente comma sarà definito con riferimento al numero degli appartenenti al livello inferiore.

6. Con gli stessi criteri e modalità di cui al comma 5 saranno attivate selezioni all’interno dei profili di ricercatore e tecnologo per l’accesso al I livello del profilo professionale di ricercatore e tecnologo da parte del personale appartenente al livello immediatamente inferiore.

7. In sede di approvazione del bilancio di previsione, previa contrattazione con le OO.SS, vengono definite le risorse destinate al fondo per l’applicazione delle procedure di cui ai precedenti commi 5 e 6. Tali risorse dovranno comunque garantire la copertura di un congruo numero di posti.

8. Per una sola volta, previa contrattazione con le OO.SS., e a decorrere dal 1/1/2003 si provvederà :

a. negli Enti che abbiano in corso le procedure concorsuali di cui all’art.64, comma 1, del CCNL 21.02.2002, a completare le procedure stesse;

b. negli Enti che hanno comunque utilizzato le risorse per l’attuazione dell’art 64 e che non hanno graduatorie di idonei, a bandire nuove selezioni ai sensi del presente articolo oppure utilizzare le graduatorie degli idonei delle procedure attivate ai sensi dell’art. 64, qualora esistenti.

Ai fini di cui al presente comma sono destinate risorse pari allo 0,25% del monte salari 2001 del personale di cui al presente Capo, in aggiunta alle risorse a suo tempo già previste.

Nel biennio economico 2004-2005 relativo allo stesso contratto compare il seguente articolo 9:

ART. 9 RISORSE PER LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE

1. Gli enti destinano, a decorrere dal 31.12.2005, ed a valere sulle risorse dell’anno 2006, un importo pari allo 0,7% del monte salari riferito all’anno 2003 relativo al personale del personale di cui al presente Capo, ulteriori risorse finalizzate alla valorizzazione della specifica professionalità degli stessi.

2. Le risorse di cui al comma 1 si renderanno disponibili solo successivamente all’approvazione della legge finanziaria 2006, che preveda gli appositi stanziamenti aggiuntivi stabiliti dal punto 1 dell’accordo Governo - OO.SS del 27 maggio 2005.

3. Con la decorrenza stabilita al comma 1 ed a valere sulle corrispondenti risorse finanziarie sono previsti le seguenti modalità di utilizzo:

a. finanziamento, in misura pari allo 0,20%, per i passaggi previsti dall’art. 8;

b. incremento, in misura pari allo 0,50% delle risorse già dedicate dall’art. 15, comma 8 del CCNL del quadriennio 2002-05, biennio economico 2002-03, alle procedure concorsuali ivi indicate;

Le risorse di cui sopra eventualmente non interamente utilizzate sono destinate dagli Enti per incrementare l’indennità di cui all’art. 8 del CCNL 21.02.02, II biennio, con criteri di proporzionalità.

Nota: l'art. 8 si riferisce a progressioni orizzontali e il comma 8 dell'art. 15 è quello relativo agli ex art. 64 (vedi sopra). Anche questa volta gli accantonamenti ci sono solo per gli ex art. 64

Contratto 2006-2009

Compare l'art. 23:

ART. 23 - DISPOSIZIONE TRANSITORIA PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE

1. Gli Enti che rilevino al proprio interno carenti opportunità di sviluppo professionale possono attivare, per una sola volta e nei limiti del 50% della disponibilità complessiva, procedure concorsuali di selezione interna per l’accesso al terzo livello, indette ai sensi dell’art. 15, comma 4, del CCNL del 7 aprile 2006, cui possono partecipare propri dipendenti appartenenti ai profili immediatamente inferiori in possesso di tutti i requisiti richiesti per l’accesso dall’esterno secondo quanto espressamente indicato nel citato comma 4.

2. Le procedure concorsuali di cui al comma 1 debbono svolgersi nel rispetto delle disposizioni legislative in materia di accesso ed, in ogni caso, in coerenza con i principi richiamati dalle sentenze della Corte costituzionale n. 1/99 e n. 194/2002.

3. E’ mantenuto ad personam un assegno, con natura di trattamento accessorio e riassorbibile con i futuri miglioramenti economici, commisurato all’eventuale maggior importo percepito nel profilo di provenienza relativamente ai trattamenti economici fissi e continuativi e con carattere di generalità.

Nota: In questo articolo non si parla espressamente delle progressioni verticali III->II e II->I, ma non si abrogano neanche e quindi sono ancora in vigore con le modalità stabilite dall'ex art. 15.

NOTE PERSONALI SULL’ART.15

Finora abbiamo elencato articoli e commi e intendiamo differenziarli dalle considerazioni personali (e quindi opinabili).

Il problema risiede nel fatto che il nostro è sicuramente un Ente atipico essendo nato dalla fusione di enti o dipartimenti i cui ricercatori appartenevano a comparti diversi. Però secondo noi, prendendo in considerazione le tabelle di equiparazione, "l'omogeneità professionale" (comma1 art. 15 CCNL 2002-2005) non viene intaccata. Non crediamo proprio che la professionalità di un ricercatore EPR sia diversa da quella di un ricercatore astronomo e così via per gli altri ruoli. L'organico di cui si parla al comma 3 dello stesso articolo è stato inoltre chiaramente stabilito dall'Ente considerando nei vari "livelli" le due componenti, sulla base della tabella di equiparazione.

Aggiungendo che quando si parla della determinazione del numero di posti da bandire bisogna tenere conto degli appartenenti al livello inferiore (comma 5 e 6 dello stesso articolo 15), non vediamo quale possa essere il motivo di scontro tra gli "astronomi" e gli EPR visto che aumentando il numero di ricercatori appartenenti al livello inferiore, aumenta il numero di progressioni verticali. Saremmo contenti se su questa base i ricercatori EPR ci chiarissero quali sono i problemi che questa nostra "interpretazione" pone.

Una piccolissima ulteriore nota riguarda il fatto che si dice sempre che i posti riservati e quelli aperti saranno sempre 50% e 50%. Noi non siamo riusciti a trovare nulla nei contratti che affermi qualcosa del genere. Dai contratti si evince che gli unici concorsi per cui esiste una soglia del 50% rispetto alle necessità sono gli ex ex art. 64 e gli art. 23 comma 1. Abbiamo provato una ricerca più ampia tra le leggi che regolando i concorsi nella pubblica amministrazione, ma non abbiamo trovato nulla anche se, a dir la verità, la ricerca è stata poco approfondita. Per cui saremmo lieti se qualcuno ci potesse illuminare su questo punto.

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APPLICABILITA' DEL CONTRATTO

ART. 1 - CAMPO DI APPLICAZIONE

1. Il presente CCNL si applica a tutto il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato, esclusi i dirigenti amministrativi, dipendente dalle amministrazioni del comparto di cui all'art. 6 del CCNQ sulla definizione dei comparti di contrattazione collettiva stipulato l'11 giugno 2007.

L'articolo 6 in questione elenca gli enti del "Comparto del personale delle Istituzioni e degli Enti di ricerca e sperimentazione", e l'INAF viene indicato espressamente.

Lo stesso Contratto Quadro, nell'articolo 12, però afferma che il personale ricercatore delle Università viene esplicitamente ESCLUSO dalla applicabilità del CCNQ stesso. Riporto il testo dell art. 12

Art. 12

Comparto del personale delle Università

1. Il comparto di contrattazione collettiva di cui all'art. 2, comma 1, lettera L) comprende - ad eccezione dei professori e ricercatori - il personale dipendente dalle seguenti amministrazioni (ivi incluso quello di cui all’art. 69, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165):

- università, istituzioni universitarie e le aziende ospedaliere universitarie di cui alla lettera a) dell’art. 2 del decreto legislativo del 21 dicembre 1999, n. 517;

- Istituto universitario di scienze motorie (IUSM) di Roma.

NOTE PERSONALI SULL’APPLICABILITA’ DEL CONTRATTO

Tutti noi ricercatori astronomi rientriamo sicuramente nella definizione prevista all’art. 1 essendo “personale con rapporto a tempo indeterminato dipendente dalle amministrazioni del comparto di cui all'art. 6 del CCNQ".

Per quanto riguarda l’art. 12, non riteniamo ci possa riguardare, infatti noi non siamo dipendenti di un’amministrazione universitario o di tipo universitario.

Siamo sicuramente equiparati ai ricercatori universitari per legge. D'altra parte siamo equiparati anche ai ricercatori EPR come risulta dalle tabelle di equiparazione (stabilite in sede di accordo integrativo con le OO.SS. come previsto dal regolamento dell'INAF a cui la legge istitutiva dell'INAF demandava le modalità relative all'inquadramento del personale INAF proveniente dal comparto università) e quindi le due equiparazioni devono essere tenute quanto meno in ugual conto.

Ci rendiamo conto che “il legislatore” quando ha scritto l’art. 1 del CCNL non poteva mai pensare ad una situazione di questo tipo. In ogni caso, il testo dell'art. 1 indica che l'interpretazione data dalla Dirigente Amministrativa che "niente" del contratto possa essere applicato agli astronomi sia quanto meno restrittiva.

Su queste basi ribadiamo la necessità di una più attenta valutazione della situazione dovuta all'atipicità dell'Ente, ritenendo che poiché molte questioni legate al funzionamento dell'Ente sono regolate dal CCNL, questo, sulla base dell'art. 1 del CCNL, debba applicarsi anche agli astronomi, escludendo le situazioni in cui intervengano leggi specifiche che si applicano solo agli astronomi e che quindi avrebbero la precedenza.

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Perché non è vero che "ci siamo svegliati tardi"

Recentemente sempre più persone (compreso lo stesso Presidente) ci hanno fatto notare che la nostra mobilitazione era stata quanto meno tardiva, visto che sapevamo già dal 2005 che sarebbe arrivato il momento di dover scegliere se optare o meno. Riteniamo che queste affermazioni non tengano conto del reale svolgimento degli eventi che precisiamo qui di seguito.


Oltre al fatto ovvio che era necessario attendere le tabelle di equiparazione, aggiungiamo che fino a tempi recenti (che potremmo definire pre-Proietti) si dava praticamente per scontato che gli astronomi potessero partecipare ai concorsi riservati. Si veda per esempio questo comunicato: http://www.anpri.it/INAF/INAF2008/com_081008_inc.htm


In particolare, al punto (2):


"2) Concorsi interni ex Art. 15. Il Presidente ci ha chiesto dettagli sugli aspetti contrattuali di questi concorsi, che non hanno vincoli sul numero dei posti da assegnare nei due livelli, se non quelli di carattere strategico per l’INAF. L’unico vincolo sostanziale risiede nella disponibilità dei fondi necessari che devono essere destinati in misura idonea rispetto alle necessita’. Per quanto riguarda gli aspetti procedurali, l’ANPRI ritiene che tutto il personale ricercatore, tecnologo e astronomo dell’Ente debba avere il diritto di partecipare ai concorsi interni. Per il personale astronomo, si dovra’ cercare una formula di passaggio "d’ufficio" al ruolo ricercatori nel momento di partecipazione al concorso. Sia l’ANPRI che la Presidenza si sono trovati d’accordo su questo punto importante. L’intenzione di non discriminare o punire chi per obiettive condizioni di maggior vantaggio oggi ha scelto di non optare per il passaggio in ruolo ricercatori e’ stata concordemente espressa dalle parti."


Si noti che anche la Presidenza (allora, ottobre 2008, pre-Proietti) era d'accordo con noi. Su queste basi, ogni ricercatore astronomo si sentiva assolutamente libero di poter scegliere se optare o meno in base a proprie valutazioni personali, ma nulla faceva pensare che questa scelta potesse pregiudicare in maniera definitiva il proprio sviluppo professionale.


Tra l'altro, sottolineiamo che già allora erano delineati i punti essenziali per la soluzione del problema (per esempio: che non ci sono vincoli, se non di natura "strategica", altro che vincoli "contrattuali" come ancora si vuol far credere e che sarebbe stato possibile il passaggio "d'ufficio" al momento della partecipazione al concorso, soluzione in effetti poi adottata, ma solo per i concorsi aperti; eccetera).


Le "nuove" posizioni della dirigenza e del Presidente INAF ci sono state comunicate nella circolare del 09/04/09 e con l'intervista del presidente sul notiziario INAF del 28/04/09


http://193.206.241.5/struttura-organizzativa/udc/comunicazione/filo-diretto#28_04_09


in cui lo stesso Presidente manifestava il suo pensiero (post-Proietti)


Per cui non solo ci siamo SVEGLIATI SUBITO, ma ci siamo SVEGLIATI PRIMA avendo subdorato un cambiamento nell'aria già nei giorni precedenti...

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giovedì 25 giugno 2009

Decidere serenamente

Dopo sei giorni dalla lettera del DA contenente "ulteriori chiarimenti" sull'esercizio del diritto di opzione del personale astronomo, non abbiamo trovato ancora una spiegazione convincente del perché sia stata concessa una proroga al 31 luglio 2009 per l'opzione.

Sulla base di quanto emerso nella sopra citata riunione con le OO.SS. del 16 giugno u.s. e ritenuto di dover tenere in debito conto le esigenze rappresentate dagli interessati al fine di consentire al medesimo personale di poter decidere serenamente se esercitare o meno il diritto di opzione, si ritiene opportuno prorogare il previsto termine di opzione al 31 luglio p.v.

Abbiamo più volte ribadito che per decidere serenamente occorre sapere quali siano le possibilità di evoluzione professionale nel caso di non opzione. Dal piano triennale, e da quanto ribadito dal Presidente, queste possibilità sono prossime a zero se legate ai soli concorsi pubblici. Nel contempo la DA ha sempre sostenuto che le progressioni riservate agli interni possono essere fruite dal solo personale contrattualizzato, con evidente disparità di trattamento in presenza di identità di ruoli e funzioni, e ignorando principi di carattere generale, che trovano apposito riconoscimento nella Carta costituzionale. Da ultimo il Presidente ha comunicato di voler proporre ai Ministeri vigilanti il caso peculiare INAF per chiedere che:
laddove la normativa prevede che il personale “interno” possa usufruire delle opportunità previste dal contratto degli Enti Pubblici di Ricerca (in special modo quelle relative agli sviluppi di carriera) questo vada inteso come interno all’Ente e non, in maniera restrittiva, limitato ad un solo comparto.

E allora perchè la proroga di un solo mese? Forse che a fine luglio avremo delle risposte che ci permetteranno di decidere serenamente?

E poi perchè la decorrenza retroattiva al 1 luglio 2009?

Chiediamo con forza che la data di opzione venga rinviata in modo da offrirci realmente la possibilità di decidere serenamente. Ricordiamo che sono in essere due riforme: quella degli enti - che per legge deve essere completata entro il 31.12.2009 - e quella dell'Università che dovrebbe essere annunciata a giorni. La figura dei ricercatori potrebbe essere alterata da queste riforme e quindi ci appare coercitiva la richiesta dell'Ente di optare - senza possibilità di ripensamenti - entro il 31 luglio 2009.

Invitiamo la dirigenza ad analizzare con attenzione se vi sia la possibilità di non imporre un'unica data di opzione, in particolar modo alla luce del fatto che il CdA ha di fatto accettato l’idea che la facoltà di opzione possa essere esercitata dopo il 30/6/2009 (delibera 20/2009).
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Comunicati sindacali su "Opzioni del personale astronomo"

Raccogliamo qui i comunicati sindacali emessi a seguito della riunione INAF - OO.SS. del 16 giugno 2009 avente all'ordine del giorno l'argomento "Opzioni del personale astronomo":



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mercoledì 17 giugno 2009

Dipendenti tutti uguali? La dirigenza INAF sembra pensarla così!

Apprendiamo dal sito INAF che in data odierna il Presidente ha comunicato al CDA di voler documentare ai Ministeri vigilanti la particolare situazione dell’INAF per quanto concerne la coesistenza, al suo interno, di personale di ricerca afferente a due diversi comparti e alla opportunità di evitare che ciò possa generare disparità di trattamento in presenza di identità di ruoli e funzioni. Il Presidente intende quindi chiedere, eventualmente supportato da pareri legali, che laddove la normativa prevede che il personale “interno” possa usufruire delle opportunità previste dal contratto degli Enti Pubblici di Ricerca (in special modo quelle relative agli sviluppi di carriera) questo vada inteso come interno all’Ente e non, in maniera restrittiva, limitato ad un solo comparto. Il Presidente ha altresì informato il CdA di aver chiesto alle OO.SS di sostenere questa iniziativa.

Sappiamo altresì che questa posizione del Presidente non trova l'approvazione di alcune sigle sindacali (vedi lettera spedita in data odierna alla lista discussioni e dipendenti dal Direttore OABO in qualità di membro del Gruppo di Lavoro istituito su indicazione del collegio dei Direttori ).

Noi apprezziamo questa iniziativa e riconosciamo al Presidente l'intenzione di dirimere con ragionevolezza la questione opzione/concorsi riservati.

Tuttavia chiediamo con forza che questa iniziativa sia accompagnata da una proroga della data di scadenza per esprimere l'opzione, dato che il suo esito potrebbe cambiare significativamente la situazione. Non concedere la proroga ci appare un controsenso.

Invitiamo i nostri colleghi del comparto EPR a esprimere la loro solidarietà a questa iniziativa o, qualora fossero contrari, a comunicarci la ragione delle loro riserve, in modo da porre rimedio e agire nell'interesse di tutto il personale di ricerca.


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Perché chiediamo lo slittamento della data per l'opzione

Le ipotesi di inquadramento aggiornate al CCNL del personale del comparto EPR 2006-2009 sono state consegnate nei diversi Osservatori a partire dal 10 giugno e ancora oggi in alcune sedi la consegna non è avvenuta.

Non solo: In alcune sedi queste ipotesi non tengono conto dell'aumento stipendiale previsto dall'adeguamento ISTAT (che ha effetto dal 1.1.2009) di cui si conosce l'entità (3.77%), ma non può essere considerato fino alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Senza il previsto adeguamento ISTAT molti ricercatori si troverebbero inquadrati in un livello nel comparto ricerca inferiore alla loro anzianità.

Se questo non bastasse, ci sono due riforme incombenti: quella degli enti - che per legge deve essere completata entro il 31.12.2009 - e quella dell'Università.

Non capiamo come sia possibile che in questa situazione di incertezza l'ente debba essere inflessibile sulla data ultima di opzione. Come abbiamo già detto nella lettera firmata da 162 astronomi, non ravvisiamo nel decreto istitutivo dell'INAF e neanche nel regolamento del personale alcuna norma che suggerisca l'esistenza di una unica finestra di opzione, e ribadiamo che con la delibera 20/2009 il CdA ha di fatto accettato l’idea che la facoltà di opzione possa essere esercitata dopo il 30/6/2009.


Per questo, e anche alla luce delle recenti posizioni del Presidente, chiediamo con forza lo slittamento della data per l'opzione.
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domenica 14 giugno 2009

Pareri legali

Abbiamo acquisito il parere di due studi legali (Roma e Napoli) sulle modalità che l'Ente sta proponendo agli astronomi per permettere loro l'opzione al comparto ricerca, e in particolare sul fatto che il personale non optante sia considerato escluso da eventuali progressioni interne (nota DA INAF del 7 aprile 2009). Entrambi gli studi legali convergono su questi punti:

Data di opzione: la scadenza del 30 giugno p.v. come data unica e finale per l'opzione risulta troppo ravvicinata alla consegna del prospetto di inquadramento (peraltro ad oggi non esaustiva) e quindi nel caso questa non venga spostata di un tempo sufficiente sarebbe da ritenersi un atto illeggitimo e un abuso di potere, in quanto gli interessati non sarebbero nelle condizioni di valutare appieno tutti gli elementi giuridici ed economici che il passaggio comporta.

Sviluppi di carriera del personale non optante: L'INAF propone una interpretazione eccessivamente restrittiva sull'applicazione delle progressioni interne al solo personale contrattualizzato; ciò crea una sostanziale disparità tra personale con analoghe funzioni appartenente allo stesso Ente.
La prevista esclusione dai concorsi interni per la progressione di carriera del personale astronomo non optante costituisce palese violazione di legge, dovendo l’INAF garantire a tutto il personale dipendente del medesimo Ente, principalmente in ossequio ai ben noti principi costituzionali (artt. 3 e 51 Cost.), al principio di “pari trattamento contrattuale” ex art. 45 del d.lgs 165/2001 e alla legge di riordino dell’Ente, pari diritti e, quindi, parità di sviluppo professionale ed economico a parità di inquadramento e di funzioni (a prescindere dall’esercizio dell’opzione in discussione).

In virtù di questi pareri, il personale astronomo sta procedendo a una diffida dei confronti della dirigenza. Read more...